Sirmione
VILLA ROMANA
DI SIRMIONE

A chi si avvicina dall’acqua alla penisola di Sirmione, una sottile lingua di terra che si protende nel lago di Garda, appaiono improvvisamente alla vista le maestose rovine di un edificio costruito alla fine del I secolo a.C. Oggi noto con il nome di “grotte di Catullo”, doveva essere la più lussuosa villa d’ozio romana dell’Italia settentrionale. Tutte le ville d’ozio erano costruite cercando l’amenità del luogo, così che i proprietari potessero trovare un rifugio, lontano dai rumori della vita urbana, dove rinfrancare lo spirito nella contemplazione del paesaggio naturale.
Tematiche affrontate: il rapporto con il paesaggio e la natura, il rapporto di Catullo con Sirmione, l’architettura delle ville e la funzione dei vari ambienti, i personaggi che hanno vissuto o possiamo immaginare aver vissuto nelle ville e la loro vita quotidiana.

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di presentazione

In fuga dalla città alla ricerca di un luogo dove poter contemplare la natura e recuperare la dimensione estetica dell’otium. Un luogo dove riposare e meditare, perché la riflessione ha bisogno di pace, tranquillità e silenzio. Il silenzio, ad esempio, di un lago all’alba o al tramonto, quando il sole cala e le acque si tingono di rosa. Dovevano cercare qualcosa di simile gli antichi proprietari della villa romana di Sirmione, una penisola che si protende per 4 km nelle acque del lago. Erano sicuramente esponenti di una famiglia di rango, aristocratica, ricca e potente. Forse membri delle gens Valeria, del ramo dei Catulli, di Verona dato che Catullo nel XXXI carme racconta il ritorno, dopo un estenuante viaggio nella Bitinia, nella sua amata casa di Sirmione. Le prime tracce archeologiche della villa risalgono in realtà agli ultimi due decenni del I secolo a.C. Un pensiero unico sembra ispirare la meraviglia di Sirmione: godere della vista del lago da ogni lato. Oltre quattro quinti della superficie sono adibiti a spazi aperti con portici e lunghe terrazze dove poter passeggiare e ammirare il paesaggio lacustre.
Un progetto ingegneristico ambizioso già dalla scelta del luogo. La villa si trova infatti nel punto più alto e panoramico della penisola. Per costruirla sono stati praticati poderosi tagli nella roccia e nel terreno innalzando imponenti muri di sostruzione e terrazzamento come nel caso del Campo delle noci, a Nord-est della villa, un terrazzamento realizzato tramite un profondo taglio della pietra, che nei punti di massima altezza arriva fino a 5 metri (ricostruzione 3D).


La villa si sviluppa su tre piani: al livello superiore c’era la zona residenziale dove possiamo ancora ammirare il triclinio, un’aula di oltre 230 mq decorata mosaici e affreschi che attraverso grandi finestre doveva mostrare una meravigliosa vista sul lago (ricostruzione 3D).

Al centro della zona residenziale si trovava poi un grande cortile di circa 4000 mq con vialetti e aiuole. Il livello intermedio era invece caratterizzato da un criptoportico a doppia navata lungo quasi 160 metri e largo 10, che percorreva tutto il lato ovest dell’edificio. Si tratta di una delle strutture meglio conservate dell’intera villa dipinto con raffinate pitture (ricostruzione 3D). Quella di Sirmione non è l’unica meraviglia lasciata dagli antichi romani sulle sponde del lago di Garda, basta spostarsi di pochi chilometri e raggiungere Desenzano per ammirare un’altra villa costruita attorno alla metà del IV secolo. Apparteneva sicuramente a un personaggio dell’élite romana ed era, come quella di Sirmione, una villa d’otium anche se in origine, prima del IV secolo, aveva funzioni diverse. Era infatti una villa produttiva dedita probabilmente alla spremitura delle olive e forse anche dell’uva visto le tracce di un torchio nella cosiddetta pars rustica dell’edificio, risalente al I sec d.C. Ma poi tutto cambia: le aree destinate alla produzione vengono dismesse e la villa diventa una sfarzosa residenza con statue, fontane e splendidi mosaici. Alla zona residenziale si accedeva da un vano ottagonale, mentre un giardino porticato, il peristilio, conduceva alle sale di rappresentanza poste sul lato opposto dell’ingresso. Dopo un primo elegante ambiente con due absidi laterali, decorato con un mosaico a quattro riquadri con amorini intenti a pescare da barche e da scogli, c’era una grande sala dove si allestivano ricchi banchetti: una lussuosa aula a tre absidi dove erano disposti gli stibadia, i divani per i commensali. Ricchissima era la decorazione a mosaici policromi a motivo geometrico e con scene figurate: amorini vendemmianti o su biga trainata da felini, satiri e menadi, belve che inseguono cervidi e nel riquadro centrale, oggi mancante, forse era rappresentato Dioniso (ricostruzione 3D). Da questa trichora attraverso grandi finestre si poteva ammirare un piccolo giardino chiuso sullo sfondo da un grande ninfeo: le sue pareti erano dipinte con staccionate, alberi e fiori per dilatare illusionisticamente lo spazio. A Desenzano, come nella villa di Sirmione, la ricerca del bello attraverso l’arte si fonde con la bellezza dell’ambiente naturale del lago di Garda, nelle cui acque la Storia si è specchiata.

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